Navbar

Paradossi e costanti di un Napoli senza guida

HeaderContent

Giudice Sportivo, Serie A Enilive 2024/2025 - 25ª Giornata

Assemblea Lega Serie A

Giudice Sportivo, Primavera 1 - 6ª Giornata di Ritorno

ULTIMI DOCUMENTI

LatestDocument

DOCUMENTI CORRELATI

RelatedDocument

GIOCATORI CORRELATI

RelatedPlayer

TEAM CORRELATI

RelatedTeam

ShareButton

&lt;p&gt;In questa stagione del Napoli la &#34;consumazione&#34; degli allenatori è un romanzo grottesco di formazione. Un &lt;em&gt;Lazarillo&lt;/em&gt; del terzo millennio è caduto su una panchina prima invidiata e poi evitata. Quasi da chiunque. Già nella testa della presidenza, nell’estate più ebbra e incosciente della storia del calcio Napoli. Di quando De Laurentiis ha deciso di svelarsi come il plenipotenziario assoluto vestendo pure panni non suoi. E allora la scelta del dopo &lt;strong&gt;Spalletti&lt;/strong&gt; è iniziata scandendo allenatori che, col dovuto rispetto, ormai allenatori non lo erano più.&lt;/p&gt; &lt;p&gt;&lt;br&gt;&lt;/p&gt; &lt;p&gt;&lt;strong&gt;Garcia e Mazzarri &lt;/strong&gt;sono stati quelli a cui affidarsi, per ragioni diverse, e quelli da mandare via, per ragioni altrettanto diverse. In comune hanno avuto la targa dei disastrosi, con relative responsabilità. Fino a &lt;strong&gt;Calzona&lt;/strong&gt;, quello che al finale del romanzo ha dato voce mostrandosi come la soluzione disperata di un ritorno alle origini soltanto da commiserare. L’uomo senza colpe. Arrivato sulle macerie per restituire un qualche genere di dignità.&amp;nbsp;&lt;/p&gt; &lt;p&gt;&lt;br&gt;&lt;/p&gt; &lt;p&gt;Tuttavia tutti questi allenatori hanno avuto qualcosa che li ha fatti rassomigliare. In alcune scelte che adesso iniziano a diventare emblematiche. Quasi simboliche, per una costante dell’opzione che assume il valore di stereotipo, di valvola sfogo da condurre per darsi delle ragioni plausibili. Delle indicazioni, positive o negative, sopra qualcosa che in fondo indica soltanto che non ne può più.&lt;/p&gt; &lt;p&gt;&lt;br&gt;&lt;/p&gt; &lt;p&gt;Finirà la stagione e nessuno saprà spiegarsi con certezza perché &lt;strong&gt;Kvara&lt;/strong&gt; è stato il sostituito procuratore dei malumori della squadra. Frequentemente cambiato intorno agli stessi minuti, anomalia deludente senza che nessuno si sia chiesto se certi rendimenti non dipendano pure da condizioni tattiche e di squadra invece che dalla scarsa verve di un calciatore. Finirà la stagione e &lt;strong&gt;Ostigard &lt;/strong&gt;avrà giocato poco. Molto poco. Soprattutto in relazione a un utilizzo spasmodico di &lt;strong&gt;Juan Jesus&lt;/strong&gt; che, sempre col dovuto rispetto, non pare aver dato garanzie sufficienti per essere considerato un titolare inamovibile e irrinunciabile.&amp;nbsp;&lt;/p&gt; &lt;p&gt;&lt;br&gt;&lt;/p&gt; &lt;p&gt;Finirà la stagione e &lt;strong&gt;Lindstrom&lt;/strong&gt; sarà l’uomo dei dieci minuti finali. E nemmeno sempre. L’investimento più costoso della campagna acquisti post scudetto quasi mai titolare e quasi mai preso in considerazione, fino a definirlo un vice Kvara. Anche un po’ a sorpresa. Finirà la stagione e qualcuno si chiederà se &lt;strong&gt;Zielinski&lt;/strong&gt; sì in campionato e no in Champions non abbia avuto qualcosa di cervellotico. Soprattutto se si considera che Zelinski in campo non si vede dall’anno scorso. A Cagliari è uscito dal campo dopo Kvara.&amp;nbsp;&lt;/p&gt; &lt;p&gt;&lt;br&gt;&lt;/p&gt; &lt;p&gt;Finirà la stagione e nessuno avrà ancora capito che idea abbia il Napoli di &lt;strong&gt;Raspadori&lt;/strong&gt;. Da Garcia a Calzona ha giocato praticamente ovunque dalla mediana in su. E non perché sia un jolly della provvidenza o un mago della duttilità tattica, ma perché ha dato più la sensazione di essere un elemento su cui dover puntare. A prescindere. E probabilmente il primo a soffrire del dibattito tattico sia proprio lui. Giustamente.&amp;nbsp;&lt;/p&gt; &lt;p&gt;&lt;br&gt;&lt;/p&gt; &lt;p&gt;Finirà a stagione e saranno in molti a tirare un sospiro di sollievo. Sperando che De Laurentiis riesca a ingaggiare un allenatore. Ma non un richiamato dalla passione o un tecnico part time. Un allenatore. Uno in grado di avere piena percezione della realtà. Perché quella sembra la cosa più lontana in questo momento.&lt;/p&gt; &lt;p&gt;&lt;br&gt;&lt;/p&gt; &lt;p&gt;&amp;nbsp;&lt;/p&gt;

Quella del dopo scudetto rischia di diventare tra le stagioni più negative della gestione De Laurentiis

Content

Composite93

Blogs

La stagione negativa degli azzurri muove, come prevedibile, anche le critiche in malafede

La presunta casualità dello scudetto del Napoli è la peggiore delle critiche

Un Buongiorno da Top 11 per il Toro, ma anche per la nazionale azzurra

La sosta per gli impegni delle Nazionali arriva in un momento critico dei bianconeri

Juventus, il tempo delle riflessioni

Non solo Acerbi - Juan Jesus, quando le partite sono state interrotte per razzismo

Non solo Acerbi - Juan Jesus, le partite interrotte per razzismo

L&#39;attacco bianconero sta riprendendo a funzionare, mentre la difesa continua a balbettare

Juventus: ripresa offensiva, coma difensivo

Lo scontro diretto di oggi contro l&#39;Atalanta darà il via ad un calendario piuttosto complicato per la Vecchia Signora

Juventus, ora i punti pesano il doppio

La partita contro i bianconeri non è stata perfetta, ma di certo molto indicativa

Il Napoli con la Juve ha recuperato qualcosa del suo miglior passato

La lotta per la Champions League si sta infiammando ed i bianconeri devono ritrovare continuità di risultati

Juventus, è arrivato il tempo di tornare a correre

Cagliari vietato ai deboli di cuore, 7 punti ottenuti nei minuti di recupero

I bianconeri non sono riusciti a vincere neanche con il Verona e ora classifica e calendario preoccupano un po&#39;

Juventus, la lotta Champions ora si fa dura

ContentRepresentation

SocialFooter

SponsorFooter

Footer

FooterBottom

Radio TV Serie A con RDS

RadioBox

In questa stagione del Napoli la "consumazione" degli allenatori è un romanzo grottesco di formazione. Un Lazarillo del terzo millennio è caduto su una panchina prima invidiata e poi evitata. Quasi da chiunque. Già nella testa della presidenza, nell’estate più ebbra e incosciente della storia del calcio Napoli. Di quando De Laurentiis ha deciso di svelarsi come il plenipotenziario assoluto vestendo pure panni non suoi. E allora la scelta del dopo Spalletti è iniziata scandendo allenatori che, col dovuto rispetto, ormai allenatori non lo erano più.
 
Garcia e Mazzarri sono stati quelli a cui affidarsi, per ragioni diverse, e quelli da mandare via, per ragioni altrettanto diverse. In comune hanno avuto la targa dei disastrosi, con relative responsabilità. Fino a Calzona, quello che al finale del romanzo ha dato voce mostrandosi come la soluzione disperata di un ritorno alle origini soltanto da commiserare. L’uomo senza colpe. Arrivato sulle macerie per restituire un qualche genere di dignità.&nbsp;
 
Tuttavia tutti questi allenatori hanno avuto qualcosa che li ha fatti rassomigliare. In alcune scelte che adesso iniziano a diventare emblematiche. Quasi simboliche, per una costante dell’opzione che assume il valore di stereotipo, di valvola sfogo da condurre per darsi delle ragioni plausibili. Delle indicazioni, positive o negative, sopra qualcosa che in fondo indica soltanto che non ne può più.
 
Finirà la stagione e nessuno saprà spiegarsi con certezza perché Kvara è stato il sostituito procuratore dei malumori della squadra. Frequentemente cambiato intorno agli stessi minuti, anomalia deludente senza che nessuno si sia chiesto se certi rendimenti non dipendano pure da condizioni tattiche e di squadra invece che dalla scarsa verve di un calciatore. Finirà la stagione e Ostigard avrà giocato poco. Molto poco. Soprattutto in relazione a un utilizzo spasmodico di Juan Jesus che, sempre col dovuto rispetto, non pare aver dato garanzie sufficienti per essere considerato un titolare inamovibile e irrinunciabile.&nbsp;
 
Finirà la stagione e Lindstrom sarà l’uomo dei dieci minuti finali. E nemmeno sempre. L’investimento più costoso della campagna acquisti post scudetto quasi mai titolare e quasi mai preso in considerazione, fino a definirlo un vice Kvara. Anche un po’ a sorpresa. Finirà la stagione e qualcuno si chiederà se Zielinski sì in campionato e no in Champions non abbia avuto qualcosa di cervellotico. Soprattutto se si considera che Zelinski in campo non si vede dall’anno scorso. A Cagliari è uscito dal campo dopo Kvara.&nbsp;
 
Finirà la stagione e nessuno avrà ancora capito che idea abbia il Napoli di Raspadori. Da Garcia a Calzona ha giocato praticamente ovunque dalla mediana in su. E non perché sia un jolly della provvidenza o un mago della duttilità tattica, ma perché ha dato più la sensazione di essere un elemento su cui dover puntare. A prescindere. E probabilmente il primo a soffrire del dibattito tattico sia proprio lui. Giustamente.&nbsp;
 
Finirà a stagione e saranno in molti a tirare un sospiro di sollievo. Sperando che De Laurentiis riesca a ingaggiare un allenatore. Ma non un richiamato dalla passione o un tecnico part time. Un allenatore. Uno in grado di avere piena percezione della realtà. Perché quella sembra la cosa più lontana in questo momento.
 
&nbsp;

Paradossi e costanti di un Napoli senza guida | News

Paradossi e costanti di un Napoli senza guida

Quella del dopo scudetto rischia di diventare tra le stagioni più negative della gestione De Laurentiis

ARTICOLI CORRELATI

Paradossi e costanti di un Napoli senza guida | News