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Napoli-Milan: nuovo atto di una sfida che ha ancora molto da dire

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&lt;p&gt;Chi ricorda bene la storia del &lt;strong&gt;Napoli&lt;/strong&gt; più vincente di sempre sa che per il Milan sono passati molti di quei momenti decisivi. Una rivalità lunga un lustro che è stato un micro secolo breve. Da una parte le giocate immaginifiche di Maradona e Careca coi loro goal visionari, dall’altra quel Milan di Sacchi salito in cattedra con la sua dottrina calcistica.&lt;/p&gt; &lt;p&gt;&lt;br&gt;&lt;/p&gt; &lt;p&gt;Scudetti mancati e scudetti conquistati. In qualche modo, una sfida pure oltre il terreno di gioco. Per la gara del &lt;em&gt;Maradona&lt;/em&gt;, che darà il là alle successive ultime dieci, per un decalogo della felicità che un popolo intero aspetta da una vita, gli equilibri saranno diversi.&lt;/p&gt; &lt;p&gt;&lt;br&gt;&lt;/p&gt; &lt;p&gt;Da una parte una prima in classifica che inizia a fare i conti con l’aritmetica di avvicinamento al grande momento, dall’altra un &lt;strong&gt;Milan&lt;/strong&gt; alla disperata ricerca di un risultato che lo rilanci nella lotta per un posto utile alla qualificazione in Champions League. La sconfitta della gara di andata lascia il posto a obiettivi differenti in vista del grande atto che proprio in Champions vedrà queste due squadre confrontarsi ai quarti di finale.&lt;/p&gt; &lt;p&gt;&lt;br&gt;&lt;/p&gt; &lt;p&gt;Il Napoli arriva a questa gara senza &lt;strong&gt;Osimhen&lt;/strong&gt;, uscito infortunato dalla sosta per le nazionali e con qualche buona possibilità di recuperare proprio per il prossimo turno europeo. Nel frattempo riposo forzato per la gara di campionato con Milan e altrettanto probabile stop forzato col Lecce. Pioli, invece, oltre che fare i conti coi giusti equilibri di gestione dell’organico, deve fronteggiare una condizione psicofisica non apparsa così eccellente nell’ultima frazione di stagione prima della sosta con soltanto un punto in tre gare. Abbastanza per compromettere la corsa a un posto tra le prime quattro. Specie se si considera la nutrita concorrenza in una parte di classifica molto corta e incerta.&lt;/p&gt; &lt;p&gt;&lt;br&gt;&lt;/p&gt; &lt;p&gt;Per la gara di Fuorigrotta l’allenatore del Milan dovrebbe affidarsi al solito 4-2-3-1, con &lt;strong&gt;Calabria e Theo Hernandez&lt;/strong&gt; fluidificanti, &lt;strong&gt;Bennacer e Tonali&lt;/strong&gt; dietro la linea di trequartisti in cui &lt;strong&gt;Leao&lt;/strong&gt; agirà da incursore alle spalle della punta &lt;strong&gt;Giroud&lt;/strong&gt;. &lt;strong&gt;Spalletti&lt;/strong&gt; dovrebbe sciogliere soltanto il dubbio &lt;strong&gt;Olivera Mario Rui &lt;/strong&gt;sulla fascia sinistra, mentre la mediana e i trequartisti esterni dovrebbero essere abbastanza prevedibili, con &lt;strong&gt;Lozano&lt;/strong&gt; favorito su Politano per una maglia da titolare. &lt;strong&gt;Lobotka, Anguissa e Zielinski &lt;/strong&gt;a formare la solita linea di centrocampo, con &lt;strong&gt;Kvara&lt;/strong&gt; dietro &lt;strong&gt;Simeone&lt;/strong&gt;, chiamato, come in altre occasioni, a sostituire Osimhen.&lt;/p&gt; &lt;p&gt;&lt;br&gt;&lt;/p&gt; &lt;p&gt;Considerando le carte in tavola, difficile capire quale sarà il copione tattico di una gara in cui il Napoli non ha l’assoluta necessità di fare la partita. Mentre il Milan, tra le due, è probabilmente quella che ha più bisogno di cercare la vittoria, per non permettere alle altre contendenti di staccarsi nella lotta per un posto Champions.&lt;/p&gt; &lt;p&gt;&lt;br&gt;&lt;/p&gt; &lt;p&gt;Ci sarà da vedere se Pioli vorrà tentare di bloccare Lobotka e di organizzare una marcatura ad hoc su Kvara per impostare una fase difensiva preventiva, affidandosi alla rapidità di Leao in attacco. Il Napoli, molto probabilmente, non dovrebbe rinunciare al suo gioco caratterizzato dal possesso palla, stavolta, però, con alcune varianti alternative, visto l’impiego dal primo minuto di Simeone, attaccante che ha caratteristiche diverse rispetto al compagno nigeriano.&lt;/p&gt; &lt;p&gt;&lt;br&gt;&lt;/p&gt; &lt;p&gt;Inevitabilmente sarà una partita che sul piano psicologico non potrà fare a meno di tenere la testa anche agli appuntamenti successivi, quando Napoli e Milan si affronteranno per giocarsi l’ingresso alle semifinali di Champions League. Quel lustro sembra essersi ripresentato.&lt;/p&gt;

Al Maradona va in scena il primo atto di una serie di sfide che in poche settimane diranno molto sulla stagione di queste due squadre

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Chi ricorda bene la storia del Napoli più vincente di sempre sa che per il Milan sono passati molti di quei momenti decisivi. Una rivalità lunga un lustro che è stato un micro secolo breve. Da una parte le giocate immaginifiche di Maradona e Careca coi loro goal visionari, dall’altra quel Milan di Sacchi salito in cattedra con la sua dottrina calcistica.
 
Scudetti mancati e scudetti conquistati. In qualche modo, una sfida pure oltre il terreno di gioco. Per la gara del Maradona, che darà il là alle successive ultime dieci, per un decalogo della felicità che un popolo intero aspetta da una vita, gli equilibri saranno diversi.
 
Da una parte una prima in classifica che inizia a fare i conti con l’aritmetica di avvicinamento al grande momento, dall’altra un Milan alla disperata ricerca di un risultato che lo rilanci nella lotta per un posto utile alla qualificazione in Champions League. La sconfitta della gara di andata lascia il posto a obiettivi differenti in vista del grande atto che proprio in Champions vedrà queste due squadre confrontarsi ai quarti di finale.
 
Il Napoli arriva a questa gara senza Osimhen, uscito infortunato dalla sosta per le nazionali e con qualche buona possibilità di recuperare proprio per il prossimo turno europeo. Nel frattempo riposo forzato per la gara di campionato con Milan e altrettanto probabile stop forzato col Lecce. Pioli, invece, oltre che fare i conti coi giusti equilibri di gestione dell’organico, deve fronteggiare una condizione psicofisica non apparsa così eccellente nell’ultima frazione di stagione prima della sosta con soltanto un punto in tre gare. Abbastanza per compromettere la corsa a un posto tra le prime quattro. Specie se si considera la nutrita concorrenza in una parte di classifica molto corta e incerta.
 
Per la gara di Fuorigrotta l’allenatore del Milan dovrebbe affidarsi al solito 4-2-3-1, con Calabria e Theo Hernandez fluidificanti, Bennacer e Tonali dietro la linea di trequartisti in cui Leao agirà da incursore alle spalle della punta Giroud. Spalletti dovrebbe sciogliere soltanto il dubbio Olivera Mario Rui sulla fascia sinistra, mentre la mediana e i trequartisti esterni dovrebbero essere abbastanza prevedibili, con Lozano favorito su Politano per una maglia da titolare. Lobotka, Anguissa e Zielinski a formare la solita linea di centrocampo, con Kvara dietro Simeone, chiamato, come in altre occasioni, a sostituire Osimhen.
 
Considerando le carte in tavola, difficile capire quale sarà il copione tattico di una gara in cui il Napoli non ha l’assoluta necessità di fare la partita. Mentre il Milan, tra le due, è probabilmente quella che ha più bisogno di cercare la vittoria, per non permettere alle altre contendenti di staccarsi nella lotta per un posto Champions.
 
Ci sarà da vedere se Pioli vorrà tentare di bloccare Lobotka e di organizzare una marcatura ad hoc su Kvara per impostare una fase difensiva preventiva, affidandosi alla rapidità di Leao in attacco. Il Napoli, molto probabilmente, non dovrebbe rinunciare al suo gioco caratterizzato dal possesso palla, stavolta, però, con alcune varianti alternative, visto l’impiego dal primo minuto di Simeone, attaccante che ha caratteristiche diverse rispetto al compagno nigeriano.
 
Inevitabilmente sarà una partita che sul piano psicologico non potrà fare a meno di tenere la testa anche agli appuntamenti successivi, quando Napoli e Milan si affronteranno per giocarsi l’ingresso alle semifinali di Champions League. Quel lustro sembra essersi ripresentato.

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