Massimo De Luca

Quando pensi che ormai sia successo tutto, succede ancora qualcosa. Dopo più di 50 anni di navigazione fra giornali, Radio, Televisione l’approdo a Radio Serie A, a gentile richiesta di Lorenzo Dallari, ha il sapore di una ennesima prima volta.
Il microfono lo sognavo da bambino, quando nel corridoio di casa inventavo radiocronache scimmiottando Nicolò Carosio (così lontani, ahimé, sono i tempi della mia infanzia). Ma il primo microfono vero, quello del GR 1 della Rai, me lo consegnò idealmente quell’indimenticabile maestro che è stato Sergio Zavoli, il direttore che mi assunse dopo sei anni di esperienza nella carta stampata.
Ora, dopo tanta TV (splendida sì, ma il fascino della Radio è un’altra cosa), torno a raccontare il Calcio in “Massimo Campionato”, a 37 anni dal debutto alla guida di quel “Minuto per Minuto” che ha fatto epoca, storia e persino leggenda con i suoi mitici radiocronisti, Ameri e Ciotti in testa.
L’entusiasmo è sempre quello, tanto da sacrificare un po’ la passione sportiva di questo ultimo ventennio: il golf praticato alla disperata ricerca di un rendimento decoroso. Ne vale la pena.

Quando pensi che ormai sia successo tutto, succede ancora qualcosa. Dopo più di 50 anni di navigazione fra giornali, Radio, Televisione l’approdo a Radio Serie A, a gentile richiesta di Lorenzo Dallari, ha il sapore di una ennesima prima volta.
Il microfono lo sognavo da bambino, quando nel corridoio di casa inventavo radiocronache scimmiottando Nicolò Carosio (così lontani, ahimé, sono i tempi della mia infanzia). Ma il primo microfono vero, quello del GR 1 della Rai, me lo consegnò idealmente quell’indimenticabile maestro che è stato Sergio Zavoli, il direttore che mi assunse dopo sei anni di esperienza nella carta stampata.
Ora, dopo tanta TV (splendida sì, ma il fascino della Radio è un’altra cosa), torno a raccontare il Calcio in “Massimo Campionato”, a 37 anni dal debutto alla guida di quel “Minuto per Minuto” che ha fatto epoca, storia e persino leggenda con i suoi mitici radiocronisti, Ameri e Ciotti in testa.
L’entusiasmo è sempre quello, tanto da sacrificare un po’ la passione sportiva di questo ultimo ventennio: il golf praticato alla disperata ricerca di un rendimento decoroso. Ne vale la pena.