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Disastro Juventus, ora è tempo di mantenere la calma

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Serie A Enilive, 34ª Giornata - Variazione Programmazione Atalanta-Lecce

Aggiornamento Numerazioni Maglie Primavera 1 2024/2025

Giudice Sportivo, Serie A Enilive 2024/2025 - 33ª Giornata, gare del 23 aprile

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&lt;p&gt;Nella conferenza stampa della vigilia della partita con il Sassuolo il mister dei bianconeri Allegri aveva messo in guardia un po&#39; tutti sull&#39;eccessiva esaltazione che stava circondando e permeando il mondo Juventus. La sensazione è che il livornese annusasse nell&#39;aria questa maggior leggerezza nella testa dei suoi ragazzi, piuttosto che la cattiveria che si era vista in campo contro la Lazio.&amp;nbsp;&lt;/p&gt; &lt;p&gt;&lt;br&gt;&lt;/p&gt; &lt;p&gt;Alla vigilia del match di Reggio Emilia c&#39;erano tutte le premesse valide perché la Juventus potesse disputare un&#39;altra buona prestazione come quella fatta contro la Lazio. &lt;strong&gt;Per la prima volta dopo 112 uscite la Juventus è addirittura scesa in campo per due partite consecutive con lo stesso undici titolare&lt;/strong&gt; ed anche l&#39;avvio di partita con le prime occasioni costruite nei primi cinque minuti di gioco avevano lasciato ben sperare in un esito del match favorevole ai colori bianconeri. Poi, all&#39;improvviso, &lt;strong&gt;lo schiaffo al pallone di Laurientè ha fatto esplodere, come un siluro, tutte le insicurezze juventine&lt;/strong&gt;. La clamorosa papera di Szczesny ha squarciato il velo che, fino a questo momento, aveva coperto le fragilità della squadra juventina. La reazione è stata certamente positiva con l&#39;autorete di Vina provocata da un buon inserimento del solito McKennie.&amp;nbsp;&lt;/p&gt; &lt;p&gt;&lt;br&gt;&lt;/p&gt; &lt;p&gt;La Juventus però, sembrava non essere tranquilla, anzi troppo confusionaria e con poche idee, situazioni e sentimenti già vissuti nelle ultime stagioni e che finora sembrava fossero state messe alle spalle. L&#39;errore in costruzione che ha portato al momentaneo 2-1 dei padroni di casa è abbastanza eloquente in questo senso: passaggio recuperato dagli avversari nelle metà campo juventina, il centrocampista che può percorrere molti metri palla al piede e scegliere la soluzione migliore, mentre la difesa juventina si abbassa fin dentro la sua area lasciando tutto lo spazio ad uno stoccatore come Berardi di indirizzare il pallone nell&#39;angolino più lontano. Il nuovo pareggio firmato Chiesa, sempre più decisivo nei pressi della porta avversaria, non lasciava particolarmente tranquilli e infatti dopo appena quattro minuti i padroni di casa sono tornati in vantaggio: nuovo tiro di Laurientè da fuori area, nuova respinta sbagliata da Szczesny, il polacco allontana centralmente dove per Pinamonti è un gioco da ragazzi insaccare a porta praticamente sguarnita. &lt;strong&gt;A dare la corretta misura della confusione che regna in casa è però la quarta rete&lt;/strong&gt;: quando si è sotto nel punteggio di una partita nei minuti finali di gioco è spesso il portiere a battere le punizioni nei pressi della propria area di rigore, permettendo ai propri compagni di movimento di salire a ridosso dell&#39;area avversaria. Giustamente Szczesny si è dunque incaricato di far riprendere il gioco, ma anziché lanciare lungo verso i sedici metri avversari il polacco ha fatto un appoggio piuttosto morbido ed orizzontale verso Gatti, il numero 4 è andato subito in difficoltà per via della pressione avversaria e ha rimandato il pallone all&#39;indietro, senza curarsi della posizione del portiere.&lt;strong&gt; Tutti i giocatori della Juventus, quelli del Sassuolo, i tifosi allo stadio e quelli collegati via streaming hanno guardato, increduli, rotolare la sfera di cuoio in fondo al sacco&lt;/strong&gt;, così come quando da bambini si vinceva una partita 10 a 0 e l&#39;ultimo gol era quello che chiudeva la contesa prima che le mamme ci richiamassero in &amp;nbsp;casa.&lt;/p&gt; &lt;p&gt;&lt;br&gt;&lt;/p&gt; &lt;p&gt;Chiaramente la Juventus non era composta da un gruppo di fenomeni prima e non sono un branco di scarponi adesso. Tuttavia la lezione impartita dal Sassuolo è stata piuttosto severa e pesante. I neroverdi finora avevano faticato e non poco, come dimostra la sconfitta con il Frosinone del turno precedente, ma&lt;strong&gt; in Serie A non esistono comunque squadre che puoi prendere sottogamba&lt;/strong&gt;, allenandoti senza la giusta concentrazione e soprattutto scendendo in campo con il sacro fuoco della voglia di vincere. &lt;strong&gt;I risultati non arrivano unicamente solo perché sei tecnicamente più forte&lt;/strong&gt;, per quello potresti anche stare 89 minuti a palleggiare in mezzo al campo. I risultati arrivano quando si ha voglia di vincere, difendendo con sacrificio e attaccando con la caparbietà e il desiderio di bucare le mani del portiere avversario, tutte cose che, in casa Juventus, non si sono viste ieri. Ora è tempo di mantenere la calma, senza farsi prendere dal panico, e sfruttare questi due giorni che mancano alla prossima sfida contro il Lecce per capire che non si può e non si deve sottovalutare nessuno.&lt;/p&gt;

Quella col Sassuolo è stata la peggior partita dei bianconeri dall&#39;avvio di stagione

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Nella conferenza stampa della vigilia della partita con il Sassuolo il mister dei bianconeri Allegri aveva messo in guardia un po' tutti sull'eccessiva esaltazione che stava circondando e permeando il mondo Juventus. La sensazione è che il livornese annusasse nell'aria questa maggior leggerezza nella testa dei suoi ragazzi, piuttosto che la cattiveria che si era vista in campo contro la Lazio.&nbsp;
 
Alla vigilia del match di Reggio Emilia c'erano tutte le premesse valide perché la Juventus potesse disputare un'altra buona prestazione come quella fatta contro la Lazio. Per la prima volta dopo 112 uscite la Juventus è addirittura scesa in campo per due partite consecutive con lo stesso undici titolare ed anche l'avvio di partita con le prime occasioni costruite nei primi cinque minuti di gioco avevano lasciato ben sperare in un esito del match favorevole ai colori bianconeri. Poi, all'improvviso, lo schiaffo al pallone di Laurientè ha fatto esplodere, come un siluro, tutte le insicurezze juventine. La clamorosa papera di Szczesny ha squarciato il velo che, fino a questo momento, aveva coperto le fragilità della squadra juventina. La reazione è stata certamente positiva con l'autorete di Vina provocata da un buon inserimento del solito McKennie.&nbsp;
 
La Juventus però, sembrava non essere tranquilla, anzi troppo confusionaria e con poche idee, situazioni e sentimenti già vissuti nelle ultime stagioni e che finora sembrava fossero state messe alle spalle. L'errore in costruzione che ha portato al momentaneo 2-1 dei padroni di casa è abbastanza eloquente in questo senso: passaggio recuperato dagli avversari nelle metà campo juventina, il centrocampista che può percorrere molti metri palla al piede e scegliere la soluzione migliore, mentre la difesa juventina si abbassa fin dentro la sua area lasciando tutto lo spazio ad uno stoccatore come Berardi di indirizzare il pallone nell'angolino più lontano. Il nuovo pareggio firmato Chiesa, sempre più decisivo nei pressi della porta avversaria, non lasciava particolarmente tranquilli e infatti dopo appena quattro minuti i padroni di casa sono tornati in vantaggio: nuovo tiro di Laurientè da fuori area, nuova respinta sbagliata da Szczesny, il polacco allontana centralmente dove per Pinamonti è un gioco da ragazzi insaccare a porta praticamente sguarnita. A dare la corretta misura della confusione che regna in casa è però la quarta rete: quando si è sotto nel punteggio di una partita nei minuti finali di gioco è spesso il portiere a battere le punizioni nei pressi della propria area di rigore, permettendo ai propri compagni di movimento di salire a ridosso dell'area avversaria. Giustamente Szczesny si è dunque incaricato di far riprendere il gioco, ma anziché lanciare lungo verso i sedici metri avversari il polacco ha fatto un appoggio piuttosto morbido ed orizzontale verso Gatti, il numero 4 è andato subito in difficoltà per via della pressione avversaria e ha rimandato il pallone all'indietro, senza curarsi della posizione del portiere. Tutti i giocatori della Juventus, quelli del Sassuolo, i tifosi allo stadio e quelli collegati via streaming hanno guardato, increduli, rotolare la sfera di cuoio in fondo al sacco, così come quando da bambini si vinceva una partita 10 a 0 e l'ultimo gol era quello che chiudeva la contesa prima che le mamme ci richiamassero in &nbsp;casa.
 
Chiaramente la Juventus non era composta da un gruppo di fenomeni prima e non sono un branco di scarponi adesso. Tuttavia la lezione impartita dal Sassuolo è stata piuttosto severa e pesante. I neroverdi finora avevano faticato e non poco, come dimostra la sconfitta con il Frosinone del turno precedente, ma in Serie A non esistono comunque squadre che puoi prendere sottogamba, allenandoti senza la giusta concentrazione e soprattutto scendendo in campo con il sacro fuoco della voglia di vincere. I risultati non arrivano unicamente solo perché sei tecnicamente più forte, per quello potresti anche stare 89 minuti a palleggiare in mezzo al campo. I risultati arrivano quando si ha voglia di vincere, difendendo con sacrificio e attaccando con la caparbietà e il desiderio di bucare le mani del portiere avversario, tutte cose che, in casa Juventus, non si sono viste ieri. Ora è tempo di mantenere la calma, senza farsi prendere dal panico, e sfruttare questi due giorni che mancano alla prossima sfida contro il Lecce per capire che non si può e non si deve sottovalutare nessuno.

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