Navbar

Gigi Riva o, meglio, Gigiriva

HeaderContent

VENEZIA ROSA DEI 25

UDINESE ROSA DEI 25

TORINO ROSA DEI 25 

ULTIMI DOCUMENTI

LatestDocument

DOCUMENTI CORRELATI

RelatedDocument

GIOCATORI CORRELATI

RelatedPlayer

TEAM CORRELATI

RelatedTeam

ShareButton

&lt;p&gt;Si potrebbe scrivere tutto attaccato. Gigiriva. E sarebbe subito letteratura. Un balzo da una dimensione all’altra illuminerebbe un ragazzo saltato fuori da un racconto di Calvino o di Rodari, oppure da un fumetto giapponese ambientato in Italia. Anzi, no, in Sardegna. Perché almeno stavolta risparmiamocela la retorica nazionale. Perché certi personaggi hanno avuto in dono la percezione e l’onestà di ascoltarla. E &lt;strong&gt;Gigi Riva&lt;/strong&gt; ha donato quello che ha avuto in dono. Prima di tutto essersi riconosciuto e averlo razzolato, quel riconoscimento. Bene, benissimo.&lt;/p&gt; &lt;p&gt;&lt;br&gt;&lt;/p&gt; &lt;p&gt;In questa storia c’entra pure la Sardegna. È inevitabile. Come fu per De Andrè adesso più volte ricordato per essere stato ammirato da quel Gigiriva colpito, sembra, da &lt;em&gt;Preghiera in gennaio&lt;/em&gt;, di quel mese in cui sono scomparsi entrambi. La Sardegna c’entra perché la Sardegna confina con la Sardegna e basta. Lontano da un’Italia che spesso ammalia &lt;em&gt;&#34;per mestiere&#34;&lt;/em&gt;, come le rose di Lev, profumando tentazioni laddove nulla andrebbe disturbato, specie se si tratta di appartenenze che rendono felici quelle persone che uscirebbero proprio da uno scritto di Rodari per dire lasciateci in pace nei nostri sogni e nelle nostre felicità.&amp;nbsp;&lt;/p&gt; &lt;p&gt;&lt;br&gt;&lt;/p&gt; &lt;p&gt;Gigiriva è stato l’uomo che, come pochi, ha saputo declinare la parola felicità. Per farlo bisogna rimanere fedeli a se stessi, sempre. Pure nella contraddizione, pure nel paradosso e nella negazione. Perché nei portatori di felicità si annida una forma di purezza microscopica e invisibile che non è soggetta a corruzione. Nell’errore e nell’inciampo, pure in quelli, non perde di tenerezza.&amp;nbsp;&lt;/p&gt; &lt;p&gt;&lt;br&gt;&lt;/p&gt; &lt;p&gt;L’austerità di Gigiriva era tenera e felice. L’&lt;em&gt;hombre vertical&lt;/em&gt;, come lo ha definito qualcuno, che, come Droctulfo, il difensore “involontario” di Ravenna che dalla penna di Borges converte la sua missione d’invasione a quella di difensore di un luogo capace di conquistarlo. È accaduto a pochi, come per Maradona, per esempio, come per Gigiriva, appunto. Perché nella vita può accadere di sentire e comprendere che non c’è gloria che tenga davanti alla conservazione felice e genuina di se stessi. La forma più alta di serietà. Il gol più bello di Gigiriva. E pare che il finale del racconto lo abbia visto saltare ancora una volta. E c’è già chi prova nostalgia. Forse pure lui.&amp;nbsp;&lt;/p&gt;

In dedica a uno tra i più grandi uomini di calcio della storia

Content

Composite93

Blogs

La stagione negativa degli azzurri muove, come prevedibile, anche le critiche in malafede

La presunta casualità dello scudetto del Napoli è la peggiore delle critiche

Un Buongiorno da Top 11 per il Toro, ma anche per la nazionale azzurra

La sosta per gli impegni delle Nazionali arriva in un momento critico dei bianconeri

Juventus, il tempo delle riflessioni

Non solo Acerbi - Juan Jesus, quando le partite sono state interrotte per razzismo

Non solo Acerbi - Juan Jesus, le partite interrotte per razzismo

L&#39;attacco bianconero sta riprendendo a funzionare, mentre la difesa continua a balbettare

Juventus: ripresa offensiva, coma difensivo

Lo scontro diretto di oggi contro l&#39;Atalanta darà il via ad un calendario piuttosto complicato per la Vecchia Signora

Juventus, ora i punti pesano il doppio

La partita contro i bianconeri non è stata perfetta, ma di certo molto indicativa

Il Napoli con la Juve ha recuperato qualcosa del suo miglior passato

La lotta per la Champions League si sta infiammando ed i bianconeri devono ritrovare continuità di risultati

Juventus, è arrivato il tempo di tornare a correre

Cagliari vietato ai deboli di cuore, 7 punti ottenuti nei minuti di recupero

Quella del dopo scudetto rischia di diventare tra le stagioni più negative della gestione De Laurentiis

Paradossi e costanti di un Napoli senza guida

ContentRepresentation

SocialFooter

SponsorFooter

Footer

FooterBottom

Costruzioni dal basso

Radio TV Serie A con RDS

RadioBox

Si potrebbe scrivere tutto attaccato. Gigiriva. E sarebbe subito letteratura. Un balzo da una dimensione all’altra illuminerebbe un ragazzo saltato fuori da un racconto di Calvino o di Rodari, oppure da un fumetto giapponese ambientato in Italia. Anzi, no, in Sardegna. Perché almeno stavolta risparmiamocela la retorica nazionale. Perché certi personaggi hanno avuto in dono la percezione e l’onestà di ascoltarla. E Gigi Riva ha donato quello che ha avuto in dono. Prima di tutto essersi riconosciuto e averlo razzolato, quel riconoscimento. Bene, benissimo.
 
In questa storia c’entra pure la Sardegna. È inevitabile. Come fu per De Andrè adesso più volte ricordato per essere stato ammirato da quel Gigiriva colpito, sembra, da Preghiera in gennaio, di quel mese in cui sono scomparsi entrambi. La Sardegna c’entra perché la Sardegna confina con la Sardegna e basta. Lontano da un’Italia che spesso ammalia "per mestiere", come le rose di Lev, profumando tentazioni laddove nulla andrebbe disturbato, specie se si tratta di appartenenze che rendono felici quelle persone che uscirebbero proprio da uno scritto di Rodari per dire lasciateci in pace nei nostri sogni e nelle nostre felicità.&nbsp;
 
Gigiriva è stato l’uomo che, come pochi, ha saputo declinare la parola felicità. Per farlo bisogna rimanere fedeli a se stessi, sempre. Pure nella contraddizione, pure nel paradosso e nella negazione. Perché nei portatori di felicità si annida una forma di purezza microscopica e invisibile che non è soggetta a corruzione. Nell’errore e nell’inciampo, pure in quelli, non perde di tenerezza.&nbsp;
 
L’austerità di Gigiriva era tenera e felice. L’hombre vertical, come lo ha definito qualcuno, che, come Droctulfo, il difensore “involontario” di Ravenna che dalla penna di Borges converte la sua missione d’invasione a quella di difensore di un luogo capace di conquistarlo. È accaduto a pochi, come per Maradona, per esempio, come per Gigiriva, appunto. Perché nella vita può accadere di sentire e comprendere che non c’è gloria che tenga davanti alla conservazione felice e genuina di se stessi. La forma più alta di serietà. Il gol più bello di Gigiriva. E pare che il finale del racconto lo abbia visto saltare ancora una volta. E c’è già chi prova nostalgia. Forse pure lui.&nbsp;

Gigi Riva o, meglio, Gigiriva | News

Gigi Riva o, meglio, Gigiriva

In dedica a uno tra i più grandi uomini di calcio della storia

ARTICOLI CORRELATI

Gigi Riva o, meglio, Gigiriva | News